“Tenete a mente che un quadro – prima di essere un cavallo da battaglia, una donna nuda, o un aneddoto qualsiasi – è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori riuniti in un certo ordine”.

Maurice Denis, Arte et Critique, 1890.

Quando parliamo di arte, ci riferiamo a un oggetto, un manufatto al quale associamo un significato e un valore. Pensiamo a un’opera pittorica: è una tela in lino ricoperta da uno strato fine di un impasto fluido colorato. Un dipinto è sostanzialmente questo, un oggetto che non ha utilità e che in sé non è costoso. Se invece prestiamo attenzione solo a ciò che rappresenta, la mente valuta quell’immagine e le conferisce un significato. In determinate circostanze, assegniamo anche un valore economico. La frase di Maurice Denis spiega bene il concetto – e sicuramente anticipa l’arte astratta.

No 14, Mark Rothko, 1960

Approfondiamo l’aspetto materiale di opera e in particolare l’impasto dei colori. La loro composizione, tanto in conformità a un disegno come per combinazione aleatoria, genera l’immagine, il cui significato scaturisce dalla nostra percezione, dal nostro giudizio. Questo processo analitico avviene naturalmente: è un fatto naturale, è la manifestazione dei colori secondo la nostra percezione sensoriale. Altrettanto naturale è la formazione di un pensiero che attribuisce un significato a ciò che stiamo contemplando.

Ma come percepiamo i colori? Questa domanda me ne fa venire in mente altre: ma cosa sono i colori? Sono elementi tangibili o sono un codice inventato da noi?  Il colore è una sensazione visiva, è una caratteristica di un oggetto in un ambiente luminoso.  A livello pratico abbiamo creato dei sistemi di colori che assegnano un nome ed un codice ad ogni colore.

Ho pensato di scrivere un manuale che descrive le principali caratteristiche dei colori. Con anche l’intenzione di fare chiarezza sulla terminologia che è usata nel campo della produzione d’immagini nel senso più ampio – dalla pittura alla stampa.

“Ho ritrovato dei materiali che conservavo dai tempi de liceo. In questi 70 giorni li ho usati per creare cose nuove, delle opere diverse da quelle che avevo fatto prima. Un nuovo modo di dipingere che probabilmente manterrò in futuro”.

Era il 23 febbraio 2020 quando cominciò la messa in atto delle “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”. L’8 marzo il Presidente Conte diceva: “È importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane”. Poi venne pubblicata una serie di Decreti che prolungavano tali  misure sino ad arrivare a maggio, quando dal giorno 4 cominciava la cosiddetta Fase-2.

La regola principale era quella di rimanere in casa. Una condizione che da molti è stata vissuta come una sorta di cattività, in contrasto con i diritti di autonomia, indipendenza e libertà. Per alcuni invece è stato un periodo di opportunità, come, per esempio, poter rimanere con la propria famiglia o non vedersi obbligato a fare 2 ore di strada chiuso in macchina per andare e tornare dal lavoro. Quindi c’è chi ha potuto dedicare il proprio tempo a fare cose che magari non avrebbe fatto.

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Era il 2011 quando ho cominciato a lavorare al progetto Montagne Dipinte. Dopo tanti anni lontano dal posto dove sono nato, è stato necessario tornare e, quasi come se fosse un processo di riappropriazione, ho cominciato a dipingere quel paesaggio. Fin dall’inizio ho alternato rappresentazioni più dettagliate a studi e opere più libere, realizzando dei lavori minuziosi e altri maggiorante interpretativi.

In un primo momento, le opere che suscitavano più interesse erano quelle che rappresentavano fedelmente le montagne, probabilmente per la loro complessità tecnica. Quando mi è stato chiesto che cosa aggiungessi alla fotografia, ho risposto che era proprio la pittura. Sì perché credo che, per quanto si voglia rispecchiare la realtà, il processo creativo e i limiti della tecnica faranno sì che sia sempre presente un certo grado di astrazione. E la pittura aggiunge spessore emotivo, vibrazione e complessità.

Realizzavo contemporaneamente altre opere con tecniche diverse, dove il paesaggio veniva descritto a grandi linee, in maniera sintetica o nelle quali introducevo elementi grafici puramente astratti. Questa volta il dubbio per alcune persone era se fossero dei lavori non finiti.

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INSTRUCTOR DE SUP: CUALIDADES Y MÉTODO DE ENSEÑANZA

Las cualidades de un instructor de SUP

Un instructor tiene que ser competente: debe tener un conocimiento elevado del tema que va a tratar. Debe dominar la técnica y tener la capacidad de argumentar los contenidos teóricos a los cuales referir la técnica. Ser motivador: animar sus alumnos a perseguir los objetivos planteados, de forma consciente y satisfactoria, generando una relación de apoyo y colaboración. Tener habilidades para organizar las actividades que propone. Tener claro las variables que una actividad colectiva conlleva y saber gestionarlas: horarios, participantes, material, meteorología, colaboradores y más factores que puedan interferir, dependiendo del evento. Siendo organizado y comunicativo procurará que la clase sea eficaz y mantendrá a los alumnos centrados en el trabajo. Ser pro-activo: tomar activamente el control y decidir qué hacer en cada momento, anticipándose a los acontecimientos. Y como todos enseñantes, tener el don de generar empatía (reciproca) con los alumnos.

Instructor IOSUP FESURF

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Processo creativo

Gli psicoanalisti descrivono il processo creativo per fasi che avvengono in successione o che si sovrappongono e si alternano. Lo definiscono come una sequenza di eventi che va dall’individuazione del problema all’elaborazione e la messa in pratica di una soluzione tra le possibili ipotizzate, che avviene sia a livello cosciente che a livello visionario attraverso flussi altalenanti di pensiero logico (lineare: causa/effetto, prima/dopo) e pensiero analogico (non-lineare: somiglianze/differenze, relazioni/opposizioni). Un percorso che inizia con l’organizzazione dei dati e termina con le verifiche e la condivisione del lavoro svolto.

Il processo creativo artistico consiste nella ricerca di una proposta non convenzionale ma adeguata alle circostanze, attraverso l’elaborazione e l’organizzazione mentale delle idee, che si materializza con l’uso dei materiali disponibili. Tutto ciò si realizza secondo una dinamica fatta di piccole decisioni all’interno di grandi scelte che si alternano e si influenzano mutuamente.

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[Matteo Lencioni. Pittura a tutto campo.pdf]

Tempo fa ritrovai una cartelletta con diversi lavori fatti al liceo. Molti fogli, tante copie dal vero di nature morte, statue e figure umane. C’era anche un mio ritratto fatto da un compagno: un bel disegno ma poco somigliante all’originale, una buona approssimazione alla realtà ma non una copia fedelissima. Disegnando un modello, prima si tracciano le linee fondamentali e le forme più generali, poi si lavora sui dettagli e gli aspetti più singolari. Così facendo il mio amico, con questo processo creativo di generalizzazione e semplificazione, aveva tradotto sul foglio quella che era una sua personale versione di ciò che stava osservando. Si perché la percezione è condizionata da molti fattori (individuali e culturali) [1] e la capacità di riprodurre ciò che si osserva è limitata da certe doti artistiche. Perciò anche una “copia dal vero” è sempre un racconto parziale della realtà ed esprime una visione soggettiva che, a sua volta, lo spettatore giudicherà da un punto di vista personale.

Se accettiamo la considerazione che la realtà si costruisce nella mente, confermiamo il fatto che essa è solamente un riflesso di ciò che effettivamente accade all’esterno. Sappiamo che il cervello processa le informazioni acquisite attraverso i sensi per creare un’immagine che potremmo definire come una versione accettabile di ciò che ha percepito; una risposta credibile agli stimoli provenienti dall’ambiente. Così, il ritratto nasce da un’immagine mentale e prende forma sul foglio solo dopo una rielaborazione tecnica di quell’immagine: il risultato non può sicuramente coincidere esattamente con il vero.

Quando con la pittura vogliamo riprodurre ciò che vediamo (anche con la buona volontà di farne una copia esatta) ci vediamo condizionati da quel processo mentale d’interpretazione della realtà e limitati dalle nostre abilità tecniche, con il risultato di poterci solo approssimare al vero. Per essere precisi, anche una fotografia digitale, costituita da pixel, è una riproduzione e consiste in una sintesi di un fatto reale; lo si vede se si ingrandisce fino a che un dettaglio risulti irriconoscibile. Anche una foto in bianco e nero non corrisponde alla realtà così come la percepiamo nell’ambiente naturale, a colori, e quindi ne è una interpretazione (scelta del soggetto, selezione con l’inquadratura, colore o b/n, post-produzione, ecc.).

Ad una mostra un visitante mi disse: «Fai dei quadri [Montagne Dipinte] che sembrano fotografie e fotografie che sembrano dipinti», cogliendo nel segno della questione.

Confronto tra una fotografia (a sinistra) e un dipinto (a destra):

 

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49 foto sott’acqua

Ci sono tanti modi di vivere la subacquea: è un’attività sportiva, ricreativa o professionale. Conosco apneisti che vanno a pesca, altri subacquei in cerca di relitti e siti archeologici e tanti fotografi specializzati. Io ho iniziato con l’apnea ma per alcuni problemi sono passato a fare solo immersioni con autorespiratore. C’è di bello che si può stare parecchio tempo là sotto e muoversi lentamente per vedere tutte le meraviglie di quel mondo. Ciò che piace a me è proprio quell’andare in giro senza sentire la forza di gravità, sentire solo il proprio respiro e guardare lontano verso il blu più oscuro.

Maldive, settembre 2016

Maldive, settembre 2016

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En 1996 se creó la plataforma Tallers Oberts del Poblenou (TOP) con el objetivo de abrir los talleres y los espacios de producción artística del Poblenou de Bracelona para darlos a conocer a sus vecinos. Al principio el evento fue organizado con formulas de autosugestión de los propios artistas, después por el FAD (2011-’14) y desde el pasado 2015 está gestionado por la plataforma de las entidades creativas Poblenou Crea, la cual impulsa varias acciones y programas para promover el trabajo artístico del Poblenou.

Durante estos 20 años (TOP16) las conexiones entre los artistas y el tejido asociativo del barrio han ido progresivamente reforzándose. Los TOP han contribuido a establecer un vinculo cada vez más cercano entre los artistas, los ciudadanos y las asociaciones que trabajan por el interés de la comunidad del Poblenou.

En la actualidad, gracias a la periodicidad del evento y a la activa y numerosa participación de los artistas, los TOP representan un momento de encuentro con el arte que atrae un publico cada vez más numeroso desde toda la ciudad de Barcelona.

En 2016 he participado a los TOP como integrante del colectivo artístico/activista P9Artiu (Julia Clay, Sulé Duc, Matteo Lencioni, Eva Sans). Nuestra exposición ha sido en en local Eix Pere IV de Can Ricart, en el recinto declarado patrimonio histórico-industrial donde se encuentra también el muy conocido centro de producción artística Hangar. Ha sido la ocasión para presentar en publico la maqueta de la aplicación web de geolocalización que estamos desarrollando.

Como artistas cada uno de nosotros ha instalado aquí sus obras: las esculturas “Deferrovell” de Solé Duc, los fotomontajes “Abans+Ara” de Julia, mis pinturas y también la performance “Cual es la mercadería más preciada hoy en día?”.

TOP16, Exposición P9Artiu

TOP16, Exposición P9Artiu. 16-18 settembre 2016

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P9Artiu, arte-activo -ES-

Todos sabemos cuanto es importante conocer nuestra historia pasada para entender como hemos llegado hasta aquí y tomar decisiones de cara al futuro. Conocer como vivían las generaciones que nos han precedido puede hacernos reflexionar sobre lo que tenemos hoy y también encontrar un sentido para muchos de los aspectos de la vida de nuestra época, así como de los cambios que progresivamente afectan a la vida a largo de nuestra existencia. Somos actores participes de la historia para los que vendrán.

En cada lugar, en cada momento, todos actuamos en función de nuestra memoria y consciente o inconscientemente tomamos aquellas decisiones que más se ajustan a nuestros deseos. Estamos aquí y hacemos lo que podemos gracias a muchas otras personas que han tomado decisiones antes que nosotros. Vivimos en el medio que nos hemos encontrado; actuamos en el entorno que nos han dejado, un espacio transformado del que podemos aprovechar los recursos y todo lo que otros han hecho antes de que nosotros aparecieramos por aquí.

Dentro de una ciudad los hombres han ido modificando el hábitat en función de sus exigencias impulsados por el espíritu evolutivo. Los pasos que la sociedad ha dado son consecuencias de la resolución de los conflictos entre las personas que han actuado en este proceso, tanto por la toma de decisiones dentro de un hogar y que repercuten pues en un numero mínimo de personas, cuanto por aquellas decisiones tomadas entre pocas personas cuyo efecto alcanza la mayoría de la población.

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El skyline de Plaça de les Glòries

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Ferragosto e Natale non sono due date qualsiasi del nostro calendario. Probabilmente molte persone le associano alle vacanze, o comunque a due momenti importanti dell’anno.

A Pinzolo in estate e a Campiglio d’inverno si tengono due significative mostre, nelle quali vengono esposti i lavori dei numerosi artisti che vivono nella Val Rendena.

La rilevanza di questo evento sta nel fatto che costituisce l’unico momento nel quale vengono mostrate insieme tutte le molteplici forme artistiche presenti sul territorio, dove gli artisti già affermati si incontrano con quelli più giovani e dove pittori e scultori condividono un ampio spazio per il confronto e la comunicazione con i residenti e gli ospiti di passaggio.

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È vero che non è facile esprimere quello che si pensa, parlare di se stessi o raccontare la vita di qualcun’altro, perché c’è sempre il problema di far corrispondere ciò che si dice con la realtà. Anche quando si tratta dei propri pensieri, nella convinzione di non dire cose sbagliate, è logico accettare il fatto che si stanno trasmettendo solo dei punti di vista che non rappresentano verità assolute. Il pensiero è un prodotto elaborato, non naturale e quando viene raccontato viene irrimediabilmente viziato dal linguaggio o forma di comunicazione utilizzati. Un’idea potrebbe essere vera, ma non è detto che lo sia l’affermazione che la esprime.

Sono tanti i condizionamenti che agiscono sulla nostra persona, nel senso che tutto quello che abbiamo intenzione di fare alla fine è sostanzialmente l’espressione di desideri più che di fatti. Così, malgrado il nostro impegno, non sempre le premesse portano al risultato sperato. Raramente si verifica ciò che diciamo, essendo qualsiasi discorso sostanzialmente una proiezione di una realtà possibile. Il desiderio precede ogni azione e arrivo a dire che addirittura un fatto accaduto che custodiamo nella memoria -e lo raccontiamo- continua ad essere solo il riflesso di una pulsione che solo probabilmente si è compiuta.

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Io e il mio amico Sandro Vidi (2014)

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Quando andavo a scuola, almeno fino alle medie, il passare del tempo era scandito dal susseguirsi degli anni scolastici: l’”anno” iniziava e finiva tra settembre e giugno dell’anno – quello del calendario – successivo. Si perché funzionava così, prima andavi a scuola, poi facevi le vacanze e così via. Vivendo in un paese, anche d’estate passavo la maggior parte dell’anno con gli stessi amici, i compagni di classe. L’idea che avevo dell’anno del calendario civile (gregoriano) era qualcosa che avevo imparato a scuola, che certamente aveva una grande importanza per quello che succedeva a Natale e con l’Anno Nuovo, però non condizionava tanto la mia esistenza. Il passaggio da un anno all’altro non portava grandi cambiamenti.

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Poblenou Hàbitat Cratiu. Exposición colectiva de arte contemporáneo.

Desde el 11 de septiembre hasta el 10 de octubre 2015, de martes a sábado de 17 a 21h, exposición y actividades relacionadas en el magnifico espacio expositivo del Centre Cìvic Can Felipa del Poblenou.

cartel  /  Daniel Gasol  /  calendario  /  video

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Exposición en Can Felipa

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Da sempre mi sono interessato all’arte, come autore e come fruitore; negli ultimi anni ho anche iniziato ad esporre le mie opere pittoriche. Visito musei e mostre per approfondire la conoscenza del passato e rimanere al corrente con degli sviluppi dell’arte contemporanea. Gestisco il mio lavoro in modo piuttosto intuitivo, secondo una certa idea dell’arte, soggettiva e non del tutto nitida e limitata, che si è andata formando negli anni fino a questo momento.

Rivolgendomi principalmente alla pittura, senza però separare il tema dal concetto generale, riporto qui alcune riflessioni personali sull’argomento.

[Matteo Lencioni. Riflessioni sull’opera d’arte.PDF] 

L’arte e l’artista

Capita frequentemente che parlando d’arte ci si riferisca a qualcosa che è strettamente connesso alla personalità dell’artista, che egli genera intimamente e realizza grazie alla sua spiccata creatività e che si manifesta come espressione delle passioni e delle riflessioni sul mondo del suo autore. In generale viene apprezzata quando “colpisce”, quando trasmette quel qualcosa in forma poetica ed “emoziona”.

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Matteo Lencioni, Cresta, 2011

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Participación al concurso para el arte contemporáneo T.I.N.A. -this is not an art- Prize. Madrid (2015)

T.I.N.A. es una plataforma internacional que permite a los artistas ponerse en contacto con una red de galerías, salas de exposiciones y comisarios interesados en evaluar los trabajos presentados para crear nuevos proyectos y empezar nuevas colaboraciones.

Obras presentadas:

Senza Titolo 18 | Senza Titolo 19 | Senza Titolo 39 | Senza Titolo 27 | Senza Titolo 37, 1999, barnices sintéticas, spray y esmaltes sobre cartulina. 100x70cm

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Il giorno del nostro primo incontro ho chiesto ai bambini di fare un disegno, un paesaggio di montagna. Gli ho chiesto di prendere un foglio bianco e di utilizzare il materiale che usavano di solito. Alcuni con i colori ed altri con i pennarelli, si sono messi all’opera. Tutti bravi. Hanno fatto un disegno di fantasia, con le montagne, il cielo, il prato e alcuni hanno aggiunto le piste da sci e qualche personaggio. Quasi tutti hanno anche disegnato un bel sole giallo in mezzo al foglio. Il corso Dipingo le Montagne nelle scuole elementari G. B. Righi di M. di Campiglio è parte di un progetto formativo più ampio che riguarda la conoscenza dell’ambiente nel quale ci troviamo e che si svolge attraverso varie discipline, come anche lo sci e la sicurezza in montagna, per esempio. La promotrice è l’attivissima professoressa Patrizia. Lo scopo specifico del corso di pittura è quello di stimolare l’abilità di osservazione e quindi la capacità di lettura dell’ambiente naturale.

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Le montagne, il sole, gli orsi e l’Ensō, il cerchio Zen. Il muro è quello della terrazza dello Zen Cafè sul Parco Fluviale della Sarca, tra Comano Terme e Ponte Arche. I simboli e i colori compongono un opera murale sintetica e ricca di significati allo stesso tempo.

Il sole tra le montagne indica il mondo terreno, abitato gli orsi che sono il simbolo della natura di questo territorio. La spiritualità dell’esistenza è rappresentata dall’Ensō, aperto, nel quale è incluso uno dei due animali mentre l’altro cerca la strada per raggiungere la compagna.

Il dipinto (circa 30m²) è stato realizzato con pittura murale di alta qualità per esterni, usando i colori sopra una base di imprimitura bianca e una verniciatura finale protettiva per garantire la massima durabilità nel tempo.

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Alcune volte, per qualche strano motivo, la giornata non inizia come dovrebbe e ci si sente poco entusiasti. Se non si hanno impegni e magari il tempo è brutto o gli amici sono impegnati, oppure ci si sente un po’ stanchi perché la sera prima si è fatto tardi, quel giorno non sembra cominciare con molte aspettative. Bene. Sì, bene, ricordiamoci di quanto disse Alexander Hope: “beato chi non si aspetta nulla, perché non resterà mai deluso.”

Anche oggi vado a sciare. Inizio facendo un paio di piste. Prendo un po’ di velocità, salto qualche cunetta ed il risveglio muscolare è fatto. Poi finalmente mi viene in mente una cosa, che è anche ricorrente: vado fuori pista, nel bosco. Read More

Perché non farne un motto quotidiano: fare quello che mi piace.

Certamente non si può pretendere che ogni giorno succeda quello che si desidera di più, ma non è neanche escluso che qualcosa di bello possa accadere. Infatti quando auguro a qualcuno di fare ciò che gli piace, intendo semplicemente motivarlo a trovare qualcosa di positivo in quello che farà quel giorno, anche se la principale attività non sarà quella scelta liberamente al mattino appena sveglio… Magari sarà un lunedì e dovrà andare al lavoro o magari dovrà stare in casa piuttosto che passare la giornata all’aperto. I più fortunati andranno a fare un lavoro che amano e i più volenterosi potranno uscire a fare sport. Ma in ogni caso, possiamo comunque prevedere di vivere alcuni momenti non proprio bellissimi, anche quando quel giorno lo abbiamo dedicato a fare ciò che ci piaceva. Mi riferisco ai possibili inconvenienti fisici o relazionali che possono incorrere quando stiamo svolgendo una qualsiasi attività quotidiana.

Da un altro punto di vista invece, si può pensare che nell’arco della giornata qualcosa di bello può sempre accadere. Può durare anche solo un momento, certo, mica tutta la giornata, ma comunque alla fine si potrà dire di aver fatto qualcosa che ci è piaciuto. Ad esempio, a me piace sciare, mi piace andare fuori pista, e magari per lavoro devo passare la mattina al campo scuola… non sarà quello che avrei voluto fare al mattino appena sveglio (maestri di sci, siate sinceri…) ma forse la persona a cui ho insegnato a stare in piedi me ne sarà riconoscente, e io, con soddisfazione potrò affermare di aver fatto qualcosa di bello: aver insegnato a qualcuno a sciare. Inoltre la giornata potrebbe continuare con un po’ di freeride con chi dico io (e ne non fosse libero anche da solo).

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Discesa dalla Cima Serodoli. La mia traccia è quella a sinistra

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Non ricordo quando e come fu il primo momento in cui misi gli sci ai piedi. So che sono passate quasi quattro decadi. Non so dire nemmeno chi mi ha fatto fare la prima discesa.

Ricordo invece che ho sciato con maestri e allenatori fino ai sedici anni. Poi ho sciato solo per puro divertimento, con gli amici. Per alcuni anni non ho neanche più messo gli sci e per 4-5 anni sono stato uno snowboarder.

Più grande ormai ho riscoperto il piacere di sciare e ne ho anche fatto una professione. Negli anni la tecnica è cambiata e per rimettermi al passo coi tempi è stato necessario un lungo percorso di aggiornamento e perfezionamento e aggiungerei che questo processo comunque non finisce mai. Intendo dire che ogni volta che faccio una discesa sto comunque attento a ciò che sto facendo nell’intento di non sbagliare, consapevole di poter  fare sempre meglio. Potrebbe sembrare frustrante ma per me, non lo è. Oggi posso sciare meglio di ieri e su questa stessa pista posso fare meglio di prima.

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Questa mattina in ufficio, per mia sorpresa, qualcuno ha iniziato a parlare di arte. Qualcuno aveva parlato delle mie Montagne Dipinte a qualcun’altro e questo mi ha fatto sicuramente piacere. “Ma come! devo farti io pubblicità?”, mi ha detto. Certo, forse dovrei fare di più per farmi conoscere… comunque, per quel poco – o tanto – che ho fatto, ho anche avuto delle soddisfazioni.

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Joan Mitchell. Ladybug. 1957 [Copyright © Estate of Joan Mitchell]

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Nella teoria del colore, il blu, il rosso e il giallo vengono chiamati i colori primari…

La teoria del colore costituisce una parte importante delle conoscenze basiche per chi si occupa di arti grafiche. Mi riferisco ai pittori, ai grafici e anche agli architetti ed i vari professionisti che partecipano all’esecuzione dell’opera. Anche se certamente lo studio della teoria rimane una necessità per i professionisti, la conoscenza di alcuni degli aspetti fondamentali che riguardano il mondo dei colori, risulta interessante anche per i non addetti ai lavori.

Esistono molti modi di scegliere i colori nel momento in cui si deve realizzare un’opera d’arte o per esempio uno spazio espositivo, così come quando si sceglie l’arredamento di una casa. Nonostante che la percezione del colore sia un fatto soggettivo, esistono parecchi studi che svelano alcune caratteristiche fondamentali dei colori e che costituiscono i principi di base di una teoria del colore generalmente condivisa.

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Ho scritto una guida che fornisce le informazioni basiche a chi inizia dipinge. La dispensa si compone di 2 parti: la prima riguarda la teoria del colore, mentre la seconda tratta gli aspetti tecnici della pittura, come la prospettiva e la composizione della tavolozza.

 

[Introduzione alla pittura. La prima parte della dispensa si trova qui]

 

Se frequentate Madonna di Campiglio conoscete già il negozio Olimpionico Sport (Piazza Righi, 5), dove potete trovare tutto quello che vi serve per andare in montagna, d’estate e d’inverno. Ci potete andare per comprare, ma non solo.

Il negozio lo gestisce Sandro Vidi che è Guida Alpina e fotografo con grandi qualità. Da lui non si va solo per comprare, anzi, il negozio è diventato un punto di ritrovo per molti professionisti del posto. Maestri di sci, guide alpine, ma anche artisti si trovano lì a parlare di “cose di montagna”.

Lo scambio di idee avviene tra le opere fotografiche di SandroAlberto Bregani ed anche tra i miei dipinti.

I quadri che espongo fanno parte del progetto “Montagne Dipinte” che sto portando avanti da 3 anni. La mostra sarà permanente e consiste in un pannello di 260×130 cm fissato a parete ed altre opere dipinte su tela che raffigurano paesaggi invernali del Gruppo di Brenta; progressivamente i lavori esposti verranno rinnovati.

Guardate le vetrine, entrate e cercate in giro le fotografie in bianco e nero, chiedete dove vedere i quadri e se volete saperne di più… chiedete di fare una visita guidata!

P.S.: In negozio è ancora disponibile il libro La breve storia di un ghiacciaio.

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Matteo Lencioni, Vista insolita del Brenta (Unusual Brenta view), 2014. Acrilico su pannello multistrato, 260×130 cm

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Un altro blog? Sembrerebbe di si…

Faccio sempre parte della Scuola Italiana Sci Nazionele – Des Alpes e la mia attività non si svolge al di fuori della Scuola ma ho comunque voluto dare ulteriore risalto al mio lavoro.

Ho pubblicato il sito Ski School Campiglio con l’intenzione di riunire tutte le informazioni riguardanti la mia professione di maestro di sci e renderle così più chiare e accessibili. Il fatto curioso è che le pagine sono scritte in inglese; mi sembra una buona idea soprattutto per venire incontro alle necessità dei tanti ospiti stranieri che frequentano le nostre località.

Si tratta di un’introduzione generale sullo sci, che fornisce anche consigli e buone ragioni per iniziare a sciare. Non ho approfondito più di tanto gli argomenti che ho pubblicato (almeno per il momento) ma comunque credo che gli articoli già presenti nel sito possano risultare utili. Devo anche dire che non sarà un vero e proprio blog con aggiornamenti continui: è un sito che serve per dare maggior visibilità al mio lavoro di maestro e che inoltre fornisce links utili per chi ama lo sci e vuole venire a Madonna di Campiglio.

Per l’occasione ho disegnato il logo Alpine Skiing ed ho personalizzato le magliette che si possono vedere nel sito e trovare su eBay. La grafica deriva dal logo ML che uso per il blog matteolencioni e per firmare i miei quadri (è formato dalla sovrapposizione delle mie iniziali): quest’immagine capovolta si converte nel disegno di una montagna. Il colore è il giallo Sunglow.

Alla fine questo è un modo per condividere con vecchi  e nuovi amici lo sport che più amiamo, il lavoro che più ci piace fare!

Don’t worry, be happy and go skiing!

Decisi di fermarmi qui, a Barcellona.

Per festeggiare il cambio di millennio organizzai un viaggio a Barcellona, di qualche giorno. Bene, quando arrivò il momento di tornare indietro con gli amici con cui ero partito da Milano in macchina, presi una decisione: “tornate voi” gli dissi.

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Passai i giorni successivi in giro per conoscere la città. Comprai un notebook (di carta…) per prendere appunti. Ricordo che scrivevo per imparare lo spagnolo e il catalano ma soprattutto disegnavo: dal vero, di fronte ai monumenti e a casa, dove realizzai una gran quantità di tracce a colori (graffiti sketches). Purtroppo ho perso la maggior parte dei disegni ed ho ritrovato solo un quaderno.

Era il 2000.
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zeb1999Nel 1998, terminati gli studi, decisi di andare a vivere a Barcellona. Vivevo a Milano da 10 anni e dal ’92 avevo dipinto graffiti urbani (spray paint graffiti writing). Andare a vivere in un altro Paese, in una città che non conoscevo, fu un cambio di vita significativo che mi portò anche a lasciare il mondo della Street Art. Da allora ho iniziato a lavorare esclusivamente in studio.

[Versión PDF en castellano: Hace 15 años] Read More

Trovo che nuotare in mare sia di gran lunga molto più soddisfacente che farlo in una piscina. Anzi, a me in piscina non piace.

In acque libere, dove ogni volta le condizioni cambiano, si prova una piacevole sensazione di benessere che deriva proprio dall’interazione con il medio naturale. I fattori ambientali assumono ovviamente il ruolo fondamentale nel condizionare il risultato di una uscita. Infatti la visibilità, la temperatura esterna e dell’acqua e soprattutto lo stato del mare (onde) ed inoltre la presenza di meduse, sono fattori in costante cambiamento. Ed è anche nelle situazioni meno favorevoli al nuoto che, quando al principio risulta difficile adattarsi, una volta trovato il giusto ritmo, si sperimentano le migliori sensazioni.

Per chi non pratica il nuoto in acque libere a livello sportivo, anche percorrere solamente brevi tratti di costa oppure nuotare su distanze di poche centinaia di metri distanziati dalla spiaggia, può risultare molto gratificante.

Oltre a frequentare le spiagge di Barcellona, con gli amici David e Abi sono stato varie volte a Tossa de Mar, in Costa Brava, non lontano da Barcellona e dove il mare è bellissimo. Oltre a nuotare nella baia si possono raggiungere altre piccole cale verso nord. L’acqua è trasparente, sempre un po’ freddina ma piena di pesci!

[Settembre 2014] Alla prossima amici!

 

Domenica 24 agosto 2014, a Madonna di Campiglio, si è tenuta l’inaugurazione del “Percorso del Cantico”. Si tratta di un breve sentiero nel bosco presso la chiesa, lungo il quale, insieme alle aiuole del giardino botanico di montagna, sono installate le opere pittoriche che raccontano l’opera letteraria il “Cantico Delle Creature” di San Francesco e che sono state realizzate da artisti locali.

Il mio lavoro ha riguardato l’ode all’acqua. Nel dipinto è presente l’elemento acqua nelle sue diverse manifestazioni fisiche: la nuvola, la neve sulle cime e l’acqua del lago.

Tutta l’area è stata ripristina per iniziativa del Rotary Club di Campiglio, nella persona di Jalla Detassis, e con la partecipazione del Gruppo degli Alpini di Campiglio.